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Modica, la contea del cioccolato.



Dici Modica e pensi al cioccolato!

Un binomio, quello tra la città iblea e il cibo degli dei che ha origine lontane, quando nel XVI sec i dominatori spagnoli introdussero nella contea di Modica, allora lo stato feudale più importante di Sicilia, la preziosa fava delle Americhe.

La lavorazione era quella imparata dagli aztechi, a freddo, mediante l’utilizzo del metate, la macina a pietra. Ma a differenza degli Indios, che consumavano il cacao liquido, nella ricetta siciliana fu introdotto lo zucchero: nacque così la famosa  tavoletta di cioccolato. Con una caratteristica unica, che la differenzia da quella a cui siamo abituati: il cioccolato modicano non ha burro di cacao e i granelli di zucchero rimangono separati, dando al cioccolato una consistenza friabile.


La prelibatezza era il dolce delle feste dei nobili modicani e cosi venne tramandato fino a oggi prima di diventare un prodotto dolciario di fama internazionale: dal 2003 il cioccolato modicano vanta un di consorzio a tutela, il riconoscimento di prodotto IGP e un festival, l’Eurochocolate, che a dicembre per tre giorni trasforma Modica in una pasticceria a cielo aperto, meta di visitatori da tutto il mondo.


Ora non si utilizza più la macina a pietra ma moderni macchinari, ma la caratteristica del cioccolato modicano è sempre la stessa, una consistenza granulosa e friabile ottenuta con la semplice lavorazione  a freddo, non più di 40 gradi, senza concaggio, così da mantenere lo zucchero separato a granelli dal cacao.


La bottega più famosa di Modica è l'antica dolceria Boniajuto, la prima a fare del cioccolato di Modica un brand. D’estate rassegnatevi a fare la fila per degustare una delle tante tavolette aromatizzate agli agrumi, o spezie, cannella, pepe, maggiorana o sale nella bellissima bottega-museo recensita dal New Your Times.

Bonajuto è stato il primo, dopo di lui il boom: lungo il corso Umberto e per tutto il centro storico, sono decine le botteghe o piccole fabbriche di cioccolato artigianale. C’è solo l’imbarazzo della scelta, e del palato!